FORMULA UNO: LECLERC, DAL CANCELLO CHIUSO AL PARADISO DEI MOTORI

COME SI DIVENTA UN PREDESTINATO

Il primo Leclerc ad affacciarsi al mondo dei motori fu Hervé, padre di Charles a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Solo qualche gara in GP3 senza lasciare un grande ricordo. Tutt’altra storia quella del figlio di Hervé, che ha ereditato la passione paterna, ma con tutt’altro talento.

Charles Leclerc, infatti, si avvicina al mondo dei motori gareggiando sui kart. Fin dagli albori la rivalità accesa era con Max Verstappen. Insomma sembra non esser cambiato molto se non i cavalli motore che hanno da controllare. Sui kart il piccolo “predestinato” ha stretto amicizia con Pierre Gasly e Lando Norris facendoci rendere conto che qualche gara di kart bisognerebbe andare a seguirla.

Un giovane Leclerc riceve un autografo di Michael Shumacher

Lo step è rappresentato dalla Formula Renault, serie nata nel 1971 in cui gli aspiranti piloti possono provare a guidare una monoposto. Nel raccontare la carriera di Charles Leclerc dobbiamo però mettere un attimo in pausa la mera narrazione cronologica e parlare di una figura molto vicina al pilota. Entra, infatti, in scena la figura di Jules Bianchi. il francese era un promettente pilota della Ferrari Drivers Academy, che ebbe un cammeo in Formula 1 nel 2013 con la Marussia. Nel 2014 durante il Gran Premio del Giappone Bianchi perde il controllo della vettura a causa della pioggia battente e sbatte a forte velocità contro una gru che stava spostando la Sauber di Sutil. L’impatto avviene a circa 130 km/h e le lesioni che ne deriveranno ridurranno Bianchi in coma e poi alla morte nel luglio del 2015. Un evento che segnerà il piccolo Charles perchè Julies Bianchi è stato un suo padrino e soprattutto colui che all’inizio della carriera aiutò la famiglia Leclerc a sostenere la passione del piccolo Charles. “Nel 2010 i costi altissimi del kart erano diventati insostenibili per mio padre. Jules aveva Nicolas Todt come manager e gli ha parlato di me. Dopo avermi osservato a lungo, Nicolas ha deciso di sostenermi e mi ha messo subito nel team giusto. Tutto è accaduto avendo sempre Jules accanto a me“ queste le dichiarazioni di Leclerc a la Gazzetta dello Sport che ci fanno capire come la morte di Bianchi ha segnato anche la determinazione dell’attuale pilota della Ferrari. Nella memoria fotografica del piccolo Charles c’è di sicuro un giorno che lo ha portato a dare il meglio di se in ogni circostanza. “Andai una volta con Jules alla Ferrari Driver Academy. Parcheggiata la macchina, andammo verso il cancello che portava nel luogo dei sogni. Lui passò, ma io fui fermato“. L’aneddoto non è finito, ma riteniamo opportuno riprenderlo alla fine dell’articolo.

La carriera di Leclerc quindi prosegue e nel 2016 corre in GP3 con la ART Grand Prix e a Novembre si laurea campione in GP3 e successivamente inserito nella Ferrari Driver Academy. Nel 2017 poi vince il titolo in GP2 con la Prema e diventa callaudatore della Ferrari e della Haas. A fine 2017 approda finalmente in Formula Uno. Il passaggio alla Sauber, motorizzata Alfa Romeo facendo intuire sin da subito le sue potenzialità. Raggiunge il Q3 per 8 volte su 21 nonostante la sua macchine sia una delle meno performanti del circuito e chiude l’anno in tredicesima posizione con 39 punti. Automatica l’elezione a rookie dell’anno ed il passaggio in Ferrari comincia ad essere sempre più vicino.

A settembre 2018 viene annunciato l’approdo di Leclerc in Ferrari ottenendo il primo successo nel circuito di SPA il 1 settembre 2019 e con 21 anni, 10 mesi e 16 giorni è diventato il più giovane vincitore con la Scuderia Ferrari di un Gran Premio di Formula Uno, togliendo il record ad un certo Michael Schumacher che con 23 anni e mezzo lo deteneva dal 1992.

Tutti numeri che testimoniano l’enorme potenziale solo parzialmente espresso dal “predestinato” che di strada ne ha percorsa per arrivare a Maranello. In questo frangente viene alla mente la prima volta in cui al cancello del quartiere generale della Ferrari il giovane Charles fu bloccato. Quella volta Julies Bianchi si rivolse a Leclerc e gli disse “Lavora e forse un giorno ti faranno passare”. Quel giorno è arrivato e Charles ha lavorato tanto per farsi aprire le porte per il Paradiso degli amanti della Formula Uno.

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