Nello sport più che nella vita succede sempre che le cose belle hanno una fine. Questo è quanto sta accadendo per tutti gli amanti del tennis che stanno per salutare un’icona mondiale come Serena Williams. La statunitense ha deciso di appendere la racchetta al muro dopo oltre 27 anni di carriera. Un percorso straordinario che a quasi 41 anni l’ha portata ad avere numeri pazzeschi. 855 vittorie nel singolare (84,91% di successi), 73 titoli WTA, conditi da 7 Australian Open, 3 Roland Garros, 6 U.S. Open, un titolo Olimpico e, soprattutto, 7 Wimbledon. La tennista di Saginaw conclude così un carriera che definire trionfale è riduttivo e che la porta diretta nell’Olimpo delle migliori tenniste della storia. Una carriera…da cinema.
THE QUEEN ha rivoluzionato il tennis femminile. Possiamo sicuramente affermare che c’è un pre e post Serena Williams. Oltre ai 73 titoli vinti, la statunitense ha compiuto il Grande Slam virtuale, che consiste nella vittoria di quattro Slam consecutivi non durante lo stesso anno solare, per due volte (nei bienni 2002-2003 e 2014-2015), impresa che è stata ribattezzata in suo onore come “Serena Slam”.
Serena Williams ha inoltre rivoluzionato anche il concetto di sportivo – imprenditore che al femminile non aveva mai avuto un successo simile. Tutti maggiori brand mondiali si sono affidati al volto di Serena per l’immagine positiva che ha dato durante tutta la sua carriera. Da Nike e Delta Air Lines per passare poi a Gatorade, Pepsi e tanti altri. Serena rappresenta un’icona anche per come ha saputo usare lo sport come cassa di risonanza per portare avanti battaglie su tematiche sociali. In una sua lettera pubblicata su Fortune il 31 luglio 2017, in occasione del Black Women’s Equal Pay Day ha scritto “A parità di impiego, se gli uomini guadagnano un dollaro le loro colleghe solo 80 centesimi. Anzi, 80 centesimi le donne bianche. Le colleghe nere solo 63”. Questo è solo un passo del lungo percorso fatto dalla statunitense. Nel 2014 ha fondato “Serena Ventures” società che annovera al suo interno ben 60 società diverse che si occupano di scommettere su emergenti realtà sparse in tutto il mondo. Un’idea di marketing proiettata anche al futuro dei giovani atleti come fatto con “Opensponsorship”, startup che si occupa della gestione sportiva e non di oltre 12 mila atleti. Una vera e propria businesswoman che partita dal basso è stata capace di arrivare al successo sfruttando il talento innato, ma anche il coraggio di una famiglia vincente perchè è rimasta sempre unita. Ruolo fondamentale di certo lo ha avuto il padre Richard Williams tanto da essere raccontato al cinema da uno strepitoso Will Smith in “King Richard”, ma questa è un’altra storia che magari racconteremo un’altra volta.
Una Leggenda è per sempre e Serena Williams lo è.
Di Danilo Calicchia
