E’ terminata domenica questa edizione di Eurobasket 2022 ed a salire sul gradino più alto del podio è stata a sorpresa la Spagna di Sergio Scariolo. Doveva essere l’anno zero per gli iberici che per la prima volta dopo 20 ani dovevano fare a meno di un Gasol in squadra otre che a Rubio, Llull e Sergio Rodriguez che per anni sono stati la colonna portante di una nazionale che ha dominato la scena mondiale. I fratelli Hernangomez sono passati dal ruolo di comprimari che contraddistingue la loro carriera in NBA a leader tecnici. La Spagna ed il suo staff tecnico non si sono però persi d”animo alla viglia e tra una serie di buoni giocatori hanno scovato Alberto Diaz un 28enne non di primo pelo che però si è rivelato decisivo nello scacchiere tattico. Anche la federazione iberica ha avuto un ruolo decisivo con l’innesto di Lorenzo Brown. Il 32 enne playmaker è stato naturalizzato con una procedura d’urgenza dopo l’infortunio di Lull. Nemmeno il tempo di comunicarlo ai compagni di squadra che il giocatore è stato inserito nella lista dei convocati da Scariolo. Non sono mancate le polemiche e come al solito in questi casi così come in campo ci ha pensato Rudy Fernandez. Ah si, seppur nell’anno della rifondazione Sergio Scariolo non ha voluto fare a meno di uno dei giocatori più “odiati” dagli avversari che però in quanto a titoli potrebbe parlare per mezz’ora solo per elencarli tuti.
È tutto oro ciò che luccica? Probabilmente no, ma il lavoro svolto dal coach italiano è senza ombra di dubbio straordinario, specie se paragoniamo la materia prima che aveva a disposizione. Altri suoi colleghi avevano a disposizione roster molto più talentuosi e completi. Doveva essere l’Europeo di Antetokounmpo e Jokic o della conferma di Doncic. Ci sarebbe potuta essere la sorpresa dei padroni di casa tedeschi con Schröder e Wagner.
Scariolo è al quarto successo europeo con la Spagna su cinque partecipazioni. L’unica eccezione è il terzo posto di Istanbul nel 2017. Dei tanti successi ottenuti dall’allenatore bresciano, ormai spagnolo d’adozione, questo è probabilmente il più significativo. Una mentalità vincente che non si impartisce da un giorno all’altro alla squadra, specie se parliamo di nazionali. Il percorso della Spagna e di Scariolo parte da lontano, con un gruppo di giocatori formidabili come i fratelli Gasol, Sergio Rodriguez e Juan Carlos Navarro, una vera e propria dinastia che oggi ha lasciato quella tradizione e mentalità vincente viste in campo anche quest’estate.
Il cammino della Roja in questi Europei è stato un continuo crescendo, in cui non è mancata un pizzico di fortuna per non aver incrociato direttamente le squadre più quotate per la vittoria finale. La Spagna ha orchestrato la sua rivoluzione silenziosa tra l’indifferenza generale con gli occhi puntati sulle superstar NBA. Lorenzo Brown in cabina di regia, artefice magnifico delle esecuzioni offensive, i fratelli Willy (MVP del torneo) e Juancho (27 punti in finale contro la Francia) Hernangomez con un impatto devastante, il lavoro sporco e l’atletismo di Garuba e mille altre cose preziosissime come la difesa assillante di Diaz, l’esperienza e la saggezza di Rudy Fernandez. La cavalcata trionfale della Spagna però sarebbe potuta terminare già dai quarti di finale contro la cenerentola Finlandia. Sotto anche di 18 punti gli spagnoli hanno trovato la forza di reagire e di tornare a galla quando l’ossigeno sembrava essere finito. Vittoria in rimonta che ha aperto le porte per una semifinale complicata contro i padroni di casa della Germania. A metà terzo quarto i tedeschi pregustavano già la finale con un vantaggio in doppia cifra. Scariolo però tira fuori dalla valigetta dei trucchi una box and one contro Schröder. Alberto Diaz si trasforma in Puyol e tira fuori dal campo il playmaker tedesco che fino a quel momento era stato devastante.
La finale contro la Francia è praticamente un monologo di pallacanestro celestiale con gli spagnoli che menano le danze dal primo all’ultimo minuto. L’eroe della serata è “Bo Cruz” in arte Juan Hernangómez che con 7 triple su 9 tentativi riesce a mettere in atto una prestazione da film in una finale. Scariolo vince il quarto titolo ed è l’allenatore più vincente nell’era moderna della competizione: un italiano che ha reso grande la Spagna, inchinatevi al conquistatore d’Europa perchè alla fine “TUTTI PARTECIPANO, MA VINCE SEMPRE SERGIO”.
Di Luca Pesenti