LO SCOMODO CONTRATTO DI MESSI: SPONSORIZZA L’ARABIA SAUDITA E VA CONTRO L’ARGENTINA

Lo scorso maggio Lionel Messi ha firmato un contratto che adesso lo potrebbe mettere in una situazione scomoda. Il trono del fenomeno di Rosario non è mai stato in discussione in patria, ma sponsorizzare la diretta avversaria della tua nazione nella corsa all’assegnazione della Coppa del Mondo 2030 potrebbe diventare causa di critiche nel futuro prossimo nei confronti del classe ’87.

LO SCOMODO CONTRATTO CON L’ARABIA SAUDITA

Piccola precisazione necessaria: Lionel Messi non ha firmato un contratto che lo rende sponsor dell’Arabia Saudita, nello specifico, alla corsa ai Mondiali 2030; bensì, ha siglato un accordo che lo rende promotore del paese medio orientale nel mondo. Il rapporto con l’argentino è dunque precedente alla candidatura del paese del principe Mohammed Bin Salman, insieme a Egitto e Grecia. Se si può dibattere a livello morale sulla cifra, che dovrebbe essere a parecchi zeri, non dovrebbe esserci discussione sul contorno di un’operazione che, comunque, resta commerciale.

LA CANDIDATURA DELL’ARGENTINA PER IL MONDIALE 2030

Non è una novità il fatto che l’Argentina avesse in cantiere da anni la candidatura per il Mondiale 2030, quello del centenario dalla prima edizione vinta dall’Uruguay proprio contro l’Albiceleste per 4-2 in finale. Nel 2017 gli allora compagni al Barcellona Suarez e Messi si resero promotori del progetto, mostrandosi uno con la camiseta numero 20 e l’altro con la 30, rappresentando essi due delle tre nazioni ospitanti insieme al Paraguay. Con l’allargamento a 48 squadre della competizione la fase finale è stata estesa a tre paesi ospitanti, a partire dall’edizione del 2026 in USA, Messico e Canada. Oltre a quello medio orientale e al sudamericano, il terzo tridente di paesi che hanno annunciato la candidatura è quello europeo, composto da Spagna, Portogallo e Ucraina.

ARGENTINA-ARABIA SAUDITA 1-2: IL FANTASMA MONDIALE DI MESSI

Il caso, mai banale, mette di fronte Arabia Saudita e Argentina nel Mondiale in Qatar. Lionel Messi segna, ma l’Albiceleste viene sconfitta per 1-2, alimentando l’ombra del fantasma sul fenomeno in maglia numero 10. Oltre al danno, la beffa: proprio la Nazionale del paese con cui ha firmato un accordo e del quale sarà promotore, lo stesso che successivamente ha poi annunciato la candidatura per l’edizione del 2030 a discapito della sua patria, lo colpisce dove fa più male, nel rettangolo verde di gioco. I giocatori di Hervé Renard stendono i sudamericani in campo e il giorno dopo si apre il dibattito intorno alla scomoda situazione del nativo di Rosario.

“MESSI SI É VENDUTO AL DIAVOLO”

Messi si è venduto al diavolo“, così titola The Athletic. Dopo il trasferimento nell’estate del 2021 al PSG, il fenomeno argentino ha firmato questo controverso contratto con l’Arabia Saudita. Un accordo decisamente vantaggioso e remunerativo ma, allo stesso tempo, in potenziale contrasto col cuore del numero 10 dell’Albiceleste, il suo stesso paese. Tutti ricordiamo le lacrime durante la conferenza di addio al Barcellona o l’ultimo saluto (poi fortunatamente smentito) alla Selecciòn , come stiamo apprezzando adesso le sue gesta al Mondiale, ma bisogna ammettere che questa situazione si sarebbe potuta tranquillamente evitare.

Di fatto, Messi non è sponsor dell’Arabia Saudita nella corsa al Mondiale contro l’Argentina, ma nei prossimi anni la realtà potrebbe dirci altro e i nodi potrebbero venire al pettine. Il principe Mohammed Bin Salman punta ad una serie di riforme del paese medio orientale e per farlo vorrebbe puntare anche sullo sport, attraverso la candidatura alla Coppa del Mondo che, con un simbolo del movimento calcistico internazionale come il 7 volte Pallone d’oro dalla loro parte, potrebbe cambiare direzione. E potrebbe prendere dunque la strada opposta rispetto al Sudamerica, ovvero il cuore del nativo di Rosario. Questo sembra il classico esempio della lotta eterna tra denaro e morale, capostipite fondamentale dell’esistenza umana.

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