QATAR 2022 – TUTTI I SOPRANNOMI DELLE NAZIONALI

Quando si parla di nazionali i primi pensieri che vengono alla mente riguardo inevitabilmente gli elementi che le contraddistinguono dalle squadre di club come caratteristici e distintivi: le bandiere indossate con orgoglio da tifosi e calciatori, gli inni nazionali interpretati con grande pathos, divise multicolore e iconiche. Oltre a questi tratti visivi, un altro elemento che rimane legato all’immaginario collettivo sono i soprannomi delle squadre, spesso legati non solo ai colori delle bandiere e/o divise da gioco ma anche spesso e volentieri all’animale rappresentato nella stessa bandiera o nello scudetto della squadra. Andiamo quindi a scoprire tutti i soprannomi delle 32 squadre impegnate nei Mondiali di Qatar 2022, gruppo per gruppo.

GIRONE A: Qatar, Olanda, Senegal, Ecuador.
Qatar: Al-Annabi. Iniziamo dai padroni di casa, Il loro soprannome (i marroni tradotto letteralmente) si riferisce al colore della divisa qatariota e non suscita grande simpatia, un po’ come la formazione qatariota.
Olanda: Oranje. Anche la compagine olandese prende spunto dal colore principe della propria maglia da gioco, ma in questo caso il collegamento tra il colore arancione è anche da collegare al tulipano, uno dei simboli per eccellenza dell’Olanda. Curiosamente, anche la casa reale dei Paesi Bassi porta la parola Oranje nel cognome (van Oranje-Nassau).
Senegal: Les Lions de la Téranga. Il primo soprannome africano che incontriamo riflette un’origine e un significato decisamente più fantasioso e simbolico rispetto ai primi due analizzati. I leoni della Teranga è infatti un nomignolo che indica la generosità e ospitalità del popolo senegalese. Al contrario di quanto si possa pensare a primo impatto non è quindi un’espressione pensata per suscitare timore nell’avversario, ma riflette una caratteristica popolare e tradizionale del Paese.
Ecuador: La Tricolor. Il primo soprannome sudamericano di questi mondiali ci delude e non poco. Scarsa fantasia per la nazionale che nella partita inaugurale ha battuto i padroni di casa e deve il suo appellativo semplicemente alla presenza di tre colori diversi all’interno della propria bandiera.

GIRONE B: Inghilterra, USA, Iran, Galles.
Inghilterra: The Three Lions. I tre leoni inglesi figurano fieri e ruggenti all’interno dello stemma della federazione calcistica inglese, la FA. Il simbolo richiama lo storico emblema della casa reale inglese, antecedente all’unione col regno di Scozia del 1603.
USA: The Yanks. Il calcio negli Stati Uniti è ancora un fenomeno relativamente giovane e sicuramente in ascesa. Gli americani, soprannominati anche Stars and stripes con il richiamo alla bandiera nazionale, sono chiamati a superare un gruppo insidioso per mettere definitivamente il soccer nella classifica degli sport più amati dagli yankees.
Iran: Team Melli. L’Inghilterra ha un legame storico con tutti e 3 gli stati che ne completano il raggruppamento e anche quello con l’Iran, nonostante la grande fierezza del popolo persiano, ha lasciato il segno. Il nome che identifica letteralmente la squadre nazionale iraniana è infatti un mix tra due parole: l’inglese team e il persiano Melli.
Galles: Y Dreigiau. Come per i vicini della Terra d’Albione, anche i gallesi trovano nel loro stemma la derivazione del soprannome della squadra nazionale. I draghi (Dreigiau in gallese) sono sicuramente uno dei simboli più pittoreschi delle nazionali in gara in Qatar.

Girone C: Argentina, Polonia, Arabia Saudita, Messico.
Argentina: Albiceleste. Anche in questo caso, come per l’Ecuador, ci si poteva aspettare di più. Albiceleste (biancocelesti) sono infatti i colori che compongono la bandiera nazionale e la divisa da gioco dell’Argentina, una delle favorite per la vittoria finale in Qatar.
Polonia: Białe Orly. I polacchi non sembrano avere grandi chance all’interno di questo girone, molto equilibrato e complicato dalla vittoria dell’Arabia Saudita sull’Argentina alla prima giornata. L’aquila bianca (Białe Orly) avrà bisogno come minimo di un Lewandowski più in forma di quello che ha fallito il penalty contro il Messico all’esordio.
Arabia Saudita: I Falchi/ I verdi. La nazionale araba si identifica sia per il colore della divisa, il verde acceso che riempie anche la bandiera dei sauditi, che per l’animale che appare in evidenza nello scudetto della squadra.
Messico: El Tricolor. Soprannome praticamente identico ai sudamericani dell’Ecuador per i cugini del centro America. La nazionale messicana ha inoltre spesso esposto anche sulla divisa da gioco il tricolore nazionale.

Girone D: Francia, Tunisia, Australia, Danimarca.
Francia: Les Bleus. I campioni in carica non si sono voluti complicare troppo la vita per trovare il soprannome della nazionale. Il blu che troviamo nella bandiera francese ha infatti ispirato la divisa da gioco e di conseguenza i francesi non potevano esimersi dall’autoproclamarsi Les Bleus.
Tunisia: Le Aquile di Cartagine. Al contrario dei francesi, i nordafricani mostrano grande inventiva. Nonostante l’epilogo non proprio felice dell’impero cartaginese, i tunisini rimangono legati a quei fasti del passato e ne rappresentano le aquile, altro richiamo a quel periodo storico.
Australia: Socceroos. Gli australiani non sono mai stati una nazionale competitiva a questi livelli, ma hanno in diverse occasioni regalato emozioni in maniera inaspettata. Anche gli oceanici, oltre agli USA, giocano e parlano di soccer e con grande fantasia, unendo questo nome al canguro che hanno reso famoso in tutto il mondo, hanno creato un nomignolo simpatico e molto legato al territorio.
Danimarca: Danish Dynamite. I freddi e insospettabili danesi tirano fuori dal cilindro uno dei soprannomi più inaspettati e caratteristici delle 32 nazionali. Il loro carattere combattivo e pronto ad infiammarsi alla prima scintilla ci regala un soprannome sicuramente molto divertente e di forte impatto.

GIRONE E: Spagna, Giappone, Costa Rica, Germania.
Spagna: La Furia Roja. Da non confondere con La Roja che definisce la nazionale cilena, assente in questi Mondiali, la nazionale spagnola connota con il sentimento di aggressività il colore rosso, già di per sé rappresentativo di forza e cattiveria agonistica.
Giappone: I Samurai Blu. La nazione del Sol Levante si presenta con un soprannome che unisce la cultura tradizionale e storica dell’impero giapponese con il colore blu delle maglie da gioco. Un nome che riflette le caratteristiche del popolo nipponico e della sua nazionale, composta storicamente da giocatori pronti a sacrificare tutto per la squadra e la Nazione.
Costa Rica: Los Ticos. I centroamericani, autentica rivelazione a sorpresa nell’ultima edizione disputata dall’Italia nel 2014, riportano anche nello sport il nomignolo che indica gli abitanti del Costa Rica.
Germania: Die Mannschaft. Grande efficienza, organizzazione e poco spazio per inutili ghirigori. Die Mannschaft è la traduzione di “la squadra” e riflette con grande coerenza il carattere dei tedeschi: la fantasia serve poco, l’importante è chiarire chi è più forte e i 4 volte campioni del mondo sanno farlo davvero come pochi.

GIRONE F: Belgio, Croazia, Marocco, Canada.
Belgio: Les Diables Rouges. Analogamente a quanto visto con le Furie Rosse della Spagna, anche i belgi traggono spunto dal colore della divisa e ne aggiungono l’appellativo “diavoli”, ancor più evocativo di un carattere competitivo e agguerrito. Chissà se saranno in grado di migliorare il terzo posto ottenuto in Russia nel 2018.
Croazia: Kockast/Vatreni. Doppia opportunità per i tifosi croati, che possono fare affidamento sia sulla scacchiera (kockast) che troviamo sia sulla bandiera che sulla divisa della nazionale croata. Vatreni (gli ardenti) indica invece il carattere della popolazione nazionale.
Marocco: I Leoni dell’Atlante. Africa e Asia sono sicuramente i due continenti che legano maggiormente l’identità nazionale a un animale e/o una figura tradizionale nella simbologia nazionale. I Leoni a cui si fa riferimento per la nazionale marocchina sono infatti uno dei simboli del Paese: i leoni berberi o “panthera leo”.
Canada: The Canucks. Letteralmente “i canedesi”, la nazionale più a nord delle Americhe partecipa per la seconda volta e lo fa da prima classificata nel girone centro-americano davanti a USA e Messico. Molte aspettative per loro, sperando siano più fantasiosi in campo che a parole.

GIRONE G: Brasile, Svizzera, Camerun, Serbia.
Brasile: La Seleçao. Pochi giri di parole, la “selezione” è tra i più iconici soprannomi delle nazionali nonostante non sia di particolare fantasia. Più originali invece le varianti “Los Canarinhos” e “The Samba Kings”. Non fateli arrabbiare, altrimenti cominceranno a definirsi i “Pentacampeao” per ricordarvi che loro sono gli unici ad aver sollevato la Coppa per ben 5 volte.
Svizzera: The Schweizer Nati. Se pensiamo alla Svizzera, un po’ come per la vicina Germania, di certo le prime cose che ci vengono in mente non riguardo elementi fantasiosi, particolarmente creativi o iconografici. “La nazionale svizzera” è letteralmente il soprannome della squadra che ci ha di fatto negato il mondiale. A tirarci su il morale però ci sono loro…
Camerun: I Leoni Indomabili. A differenza degli altri leoni africani del Senegal, in questo caso il riferimento al “re della Savana” è voluto esplicitamente per connotare la grinta e aggressività dei camerunensi. Questo soprannome è storicamente legato alla storica partecipazione di Italia ’90, durante la quale il Camerun giunse fino ai quarti di finali prima di soccombere contro i tre leoni dell’Inghilterra.
Serbia: Beli Orlovi. “Le aquile bianche”, in comproprietà con la Polonia, sono animali molto popolari in Europa e soprattutto nella parte più a Est. La Serbia è anche la nazionale con più giocatori “italiani”, tra cui anche “l’aquilotto” Milinkovic-Savic.

GIRONE H: Portogallo, Uruguay, Corea del Sud, Ghana.
Portogallo: Seleção das Quinas. La nazionale del Portogallo, come già visto per Inghilterra e Tunisia ad esempio, fa affidamento sul passato storico per il proprio appellativo. Il riferimento è infatti riferito al regno di Alfonso I “Il Conquistatore”, il primo sovrano del paese iberico.
Uruguay: La Celeste. Sono convinti di essere quattro volte campioni del Mondo e guai a chi tenta di convincerli del contrario. Il celeste è il colore delle divise da gioco, finite di diritto nella storia del calcio soprattutto per le due edizioni vinte nel 1930 e nel 1950.
Corea del Sud: I Guerrieri Taeguk. L’Asia si conferma la contendente all’Africa per il trono del continente più fantasioso in questo contesto. Così come il vicino Giappone, anche per la Corea del Sud il soprannome della nazionale fa riferimento a una figura storica e simbolica della tradizione nazionale.
Ghana: Black Stars. Probabilmente non il migliore del suo continente, il soprannome dei ghanesi nonostante appaia più superficiale vuole rappresentare con grande orgoglio la stella nera che troviamo al centro della bandiera. Oltre a rappresentare l’indipendenza nazionale e la libertà del Ghana è stato direttamente trasmesso alla nazionale, sperando che anch’essa diventi una stella.

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