AUGURI LEBRON JAMES- LA CELEBRAZIONE DI UNA LEGGENDA DELL’NBA

Lo sport ha offerto tantissimi campioni di prima categoria nel corso della storia, ma la soglia che separa quest’ultimi dalle leggende assolute è molto sottile, ma non così difficile da individuare. Se nel calcio troviamo pochissimi nomi che ne hanno segnato la storia, come Pelé, Maradona o Messi, o nel mondo del tennis Nadal e Federer, nel mondo del basket troviamo alcuni elementi che hanno segnato con il pennarello indelebile la storia e l’evoluzione di questo sport. Come furono Michael Jordan, Kobe Bryant o Abdul-Jabbar, anche LeBron Raymone James Sr, o più semplicemente LeBron James, ha contraddistinto la categoria alla quale lui e gli uomini appena elencati appartengono, ossia le divinità della pallacanestro. Nel lontano 30 dicembre 1984, l’attuale capitano e numero uno indiscusso dei Los Angeles Lakers nasce ad Akron, capoluogo della contea di Summit, contenuta nell’Ohio.

Una carriera colma di successi e di record spaziali per lui, incominciata già dall’High School nel 1990, dove i più esperti capirono di che pasta era fatto quel ragazzo. Dopo una carriera in NBA durata venti stagioni, LBJ ha ancora fame di vittorie, e continua a sudare giorno dopo giorno, sputando sangue per amore di ciò che lo ha reso unico ed inimitabile. Oltre ad aver vinto e convinto sotto ogni aspetto, ciò che lo caratterizza dal resto dei campioni è lo show da lui offerto quotidianamente, fatto da incomparabili gesti atletici, come ad esempio la celebre e fantasmagorica stoppata in gara 7 nella finale tra Cleveland Cavaliers e Golden State, che gli conferirà il suo terzo titolo NBA. Questo gesto atletico come molti atri, ha in parte cambiato il modo di vedere la pallacanestro, rendendola ancor più bella.

C’è altro tempo per stupire, il record in arrivo

Nonostante abbia già contribuito a innumerevoli record, per LeBron James non è ancora arrivato il tempo per smettere di stupire. Sorprendente la sua tenuta fisica, che a 38 anni ancora gli permette di incidere in maniera cruciale nella divisione migliore di questo sport, superando e addomesticando grandi campioni di ogni fascia d’età. Nel corso della storia come già elencato prima, pochissimi uomini sono paragonabili a lui, pochissimi uomini hanno saputo mostrare la stessa supremazia nel campo da gioco. C’è una sola persona che al momento ha più punti nella storia dell’NBA, ossia il già citato Kareem Abdul-Jabbar, ritiratosi nel 1989. L’ex fenomeno dei Milwaukee Bucks e dei Los Angeles Lakers detiene il primato con 38.387 punti, realizzati in un ventennio di carriera.

Con 37.813 punti dalla sua parte, inclusa l’ultima partita persa contro i Miami Heat, nella quale JBJ ha realizzato 27 punti nove rimbalzi e sei assist, gli rimangono solo 574 punti di distanza dal suo rivale, il quale rischia di essere superato già in questo finale di stagione. La fame è ancora molta, e questo obbiettivo gli è chiaramente entrato nella testa da diverso tempo. Un desiderio che prima era tale, mentre ora è quasi realtà. Una realtà che lo consacrerebbe ancor di più come uno dei migliori di sempre, e per alcuni sopra chiunque altro. Come da lui mostrato in numerose interviste, i numeri per lui non sono insignificanti, e questo ultimo grande traguardo lo porterebbe nell’olimpo.

La cattiveria di cui dispone è tutt’ora capibile dai suoi occhi quando gioca, e la grande voglia di sfondare questo ultimo tassello lo sta inoltrando sempre più nella storia. James non sembra intenzionato a fermarsi, e la sua carriera rischia di prolungarsi ancora, rendendolo uno dei giocatori più longevi della storia. Attualmente è al 12° posto nella classifica dei giocatori con più presenze in NBA, con il primato che è detenuto da Robert Parish, a quota 611.

L’attualità: dalla fame al desiderio di giocare col figlio

Seppur abbia molti stimoli per continuare a giocare, oltre che alla semplice passione per la pallacanestro in sé per sé, c’è un altro motivo per la quale LeBron James non ha ancora optato per il ritiro, ossia lo sbarco nel mondo NBA del figlio Bronny James Jr, il quale però non ha ancora spiccato il volo. Attualmente il classe ‘2004 gioca nel Sierra Canyon High School e sarà eleggibile al Draft 2024, ma nonostante ciò, molti allenatori e scout non reputano ancora pronto il ragazzo per fare il grande salto. Al di là della stazza fisica ben minore di quella del padre (190-206cm), ci sono altri fattori che inducono ad un ulteriore attesa prima di vederlo sbocciare. Non tutti i ragazzi riescono a sopportare la pressione, e quella di Bronny è molto pesante.

Il nome del padre è un grosso fardello da portarsi addosso, ma sicuramente ha anche i suoi lati positivi. Oltre che agli infiniti consigli e giudizi che Daddy James potrà offrirgli, quest’ultimo dovrà saperlo stimolare e rafforzare al meglio per farlo sbarcare in NBA, magari proprio nei Lakers. Da sottolineare l’importanza di questo sogno per il trentottenne, il quale desidera assai di poter servire al figlio qualche assist cruciale al termine della sua gloriosa carriera. Per il giovane c’è tanta strada da percorrere, ma se darà il massimo giorno dopo giorno potrà provare ad arrivare realmente nella massima divisione. Al di là dell’eventuale squadra per cui firmerebbe, la soddisfazione e l’orgoglio del padre sarebbero incommensurabili.

Gli albori di LeBron James

Non tutti ne sono a conoscenza, ma l’infanzia di LeBron James è stata caratterizzata da un evento spiacevole, che in un modo o in un altro lo ha segnato. Sua madre, Gloria Marie James, lo mette al mondo all’età di 16 anni, senza riscontrare segnali positivi dal fidanzato Anthony McClelland, il quale abbandona lei e il neonato. La situazione è dunque disastrosa per il piccolo nucleo familiare, così compromessa da obbligare il giovane campione a spostarsi continuamente, dai 3 agli 11 anni. Più di cento le dimore da lui usufruite in quel frangente di vita, da dormitori, ospitalità di amici, parenti o addirittura automobili. Ad aggiungersi a tutto ciò arrivano i classici bulletti scolastici, che lo prendono di mira per l’assenza del padre. La vita quindi non sembra aver sorriso al giovane LeBron, che però ancora non è ancora consapevole dell’immensa grazia che il destino gli ha concesso.

Il Basket è nelle sue corde, e lo dimostra fin da ragazzino. All’età di 16 anni le sue partite nell’High School venivano trasmesse  in diretta da Espn, e da altri emittenti nazionali, inclusa l’Italia che le trasmetteva tramite Tele+. Qualche mese più tardi gli viene attribuita sulle spalle un peso mediatico non indifferente, il quale arriva dalla copertina di Sports Illustrated , che lo mette in prima pagina con il titolo di “The Chosen One“. A distanza di così tanto tempo possiamo affermare che ha rispettato e molto probabilmente superato le aspettative. Una volta scoperte le sue qualità, l’unico ostacolo da superare era la forza mentale, che sviluppatasi negli anni gli ha permesso di raggiungere la vetta dell’NBA.

LeBron James- dai record ai più grandi trionfi

Dopo aver espresso molti punti cruciali della sua essenza, dall’ultimo grande record che sta ancora inseguendo, al forte desiderio di giocare assieme a suo figlio, andiamo a raccontare le principali gesta eroiche del fenomeno di Akron. Partendo dalla vittoria del Rookie of the Year Award nel 2004, che certifica già all’epoca tutte le potenzialità del futuro genio della pallacanestro, arriviamo al vanto di essere il 1° di sempre ai playoff per punti segnati, canestri segnati, palle rubate e numero di partite vinte. In mezzo troviamo le quattro fantastiche vittorie dell’NBA, di cui la prima arriva nella stagione 2011-2012, quando gli Heats battono 4-1 gli Oklahoma City Thunder. In gara 4 effettua la tripla che spezza la gara nonostante avesse i crampi, mentre nella gara 5 James mette si consacra per la prima volta in carriera campione NBA grazie ad una fantastica tripla doppia.

Gli altri titoli arrivano nel 2013 sempre con la squadra di Miami, poi nel 2016 dopo il grande ritorno ai Cleveland Cavaliers, e infine nel 2020 nella città degli angeli, dove in finale affronterà proprio gli Heats, che batterà in gara 6 vincendo così il suo quarto titolo e venendo anche nominato MVP delle Finali per la quarta volta in carriera. Oltre a questi piccoli dettagli, The Chosen One è stato l’unico a superare 30.000 punti, 10.000 rimbalzi e 10.000 assist in carriera. Attualmente naviga con una media punti di 27.8, 8.1 rimbalzi e 6.6 assist, nessuno alla sua età è mai stato in grado di farlo. Seppur ci siano molti altri dettagli da narrare, concludiamo così un breve racconto su una delle immagini più importanti e significative dell’intera storia della pallacanestro.

di Jacopo Abissoni

Foto Twitter Slam Dunk e NBA

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