Il 12 agosto 2021 Romelu Lukaku torna a vestire la maglia del Chelsea facendo arrivare nelle casse dell’Inter 115 milioni di euro. Il belga lascia i nerazzurri che sono in apparente smantellamento dopo i precedenti addii di Antonio Conte, sostituito da Simone Inzaghi e Achraf Hakimi. Insomma un anno e mezzo fa, il classe ’93 era considerato uno dei migliori centravanti del mondo. Merito dell’allenatore leccese, ma anche delle prestazioni del nativo di Anversa sotto la sua guida e nel suo scacchiere tattico. Un’intesa che ha elevato al massimo il valore e il rendimento del numero 90 nerazzurro, che diventa l’acquisto più oneroso della storia dei Blues e il trasferimento più remunerativo per i meneghini e, più in generale, di una squadra di Serie A.
Il 2 dicembre 2022, il mondo per Romelu Lukaku sembra essersi ribaltato. La crisi personale in cui è entrato sembra non avere fine. Il centravanti dell’Inter ha gettato al vento almeno quattro colossali occasioni nel match da dentro o fuori contro la Croazia. Il risultato sentenzia l’eliminazione del Belgio dal Mondiale in Qatar e conferma la crisi nella quale, attraverso varie tappe e sotto varie forme Lukaku si ritrova a fronteggiare. Ripercorriamo dunque i vari passaggi di questa parabola discendente: il peccato originale, la redenzione ed infine il fallimento.
IL PECCATO ORIGINALE: LUKAKU’S BACK TO CHELSEA
Il peso dell’oneroso trasferimento estivo pesa come un macigno su Romelu Lukaku. Il belga, nonostante un inizio discreto, scivola presto in un buco nero di prove sottotono. Da quel momento i gol non arrivano e l’intesa con Thomas Tuchel, allenatore del Chelsea in carica durante la stagione 2021/2022, non sboccia mai. Quella del ritorno a Londra del belga è sicuramente etichettabile come stagione fallimentare.
Nel Chelsea le statistiche di Big Rom sono in netto calo rispetto ai numeri della stagione 20/21 con l’Inter, così come il suo umore. si passa dai 2.888′ con i nerazzurri solo in Serie A agli appena 1584′ in 26 presenze in Premier League. Le settimane passano e le prestazioni sottotono lasciano spazio ad una serie di panchine Lukaku relegato in un angolo totalmente isolato ed imprevisto.
Nonostante siamo in pieno inverno la situazione a Londra è calda. Come una bomba ad orologeria, è solo questione di tempo prima che esploda. La goccia che fa traboccare il vaso è l’intervista concessa a Sky Sport verso la fine di dicembre 2021. Lukaku dichiara di non stare bene al Chelsea da quando Thomas Tuchel ha cambiato modulo, scaricando in sostanza la colpa delle sue prestazioni al ribasso sull’allenatore tedesco. Ma non solo per la prima volta, infatti, l’attaccante ammette di avere il desiderio di tornare all’Inter. Inutile dire che quelle parole incrinano ulteriormente il rapporto già pessimo col mister del Blues, che da quel momento sostanzialmente chiude la sua stagione, essendo relegato a comprimario di extra lusso, vista la portata dell’ingaggio.
LA REDENZIONE: LUKAKU TORNA ALL’INTER
Le scelte tecniche di Thomas Tuchel fanno aumentare, settimana dopo settimana, il malcontento all’interno di Romelu Lukaku. Il belga si convince sempre di più delle parole affermate nell’intervista della discordia e inizia a lavorare sottotraccia per rendere il suo desiderio realtà: tornare all’Inter. Il classe ’93 ha compreso di aver commesso un peccato originale lasciando Milano e, in vista della sessione estiva di calciomercato del 2022, vuole vestire nuovamente nerazzurro. Ad Appiano Gentile però non c’è più Antonio Conte, ma Simone Inzaghi e la squadra viene da un anno tutto sommato positivo, al termine del quale però la rosa ha visto festeggiare lo scudetto ai cugini del Milan. Nonostante la vittoria della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana, il Biscione vuole riprendersi il trono in Serie A e conquistare, come da parole di Giuseppe Marotta, la seconda stella.
Si arriva, quindi, al corteggiamento dei dirigenti nerazzurri che attraverso un’operazione che sembrava essere un capolavoro, il 29 giugno 2022 il classe ’93 annunciano il suo ritorno all’Inter con la formula del prestito secco oneroso da 8 milioni. Tuttavia, che non sia la stessa cosa di quando giocava sotto la guida di Antonio Conte lo si capisce dal momento della scelta del numero di maglia. La “sua” 9 è sulla schiena di Edin Dzeko e, probabilmente per non rientrare di prepotenza, prende umilmente la numero 90. La stessa che, dall’altra parte del Naviglio, è indossata da un altro belga che non se la sta passando benissimo come Charles De Ketelaere. Vai a vedere come sono i casi della vita.
Romelu Lukaku però trova il gol subito, nella gara vinta per 2-1 contro il Lecce, la stessa compagine a cui segnò la prima rete in assoluto in Serie A nel 2019. Falsa illusione perché questo resta, al momento, l’unico segnato nel Belpaese. Dopo la sconfitta per 3-1 contro la Lazio arrivano i primi problemi fisici che costringono l’attaccante saltare 8 partite. Il rientro con la Sampdoria è solo una falsa speranza, perché il c’è una ricaduta che lo costringe a saltare le altre 3 gare contro Juventus, Bologna e Atalanta. A questo punto è corsa contro il tempo per giocare il Mondiale in Qatar con la maglia del Belgio.
IL FALLIMENTO: LUKAKU SIMBOLO DELL’ELIMINAZIONE DEL BELGIO
La prova in Belgio–Croazia 0-0 è solo il momento più mediatico del suo declino, che i tifosi nerazzurri sperano sia temporaneo. Il rientro in campo nel tentativo di portare a casa la qualificazione si dimostra un autentico fallimento e dalle sue giocate nasce invece una clamorosa eliminazione.
Da TOP a FLOP il passo è breve, anzi, brevissimo. Tutto nasce da un peccato originale che, nonostante tutto l’impegno e la buona volontà, per il momento sembra non voler essere perdonato dal destino. Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma a Milano parecchi di quelli che gridavano al capolavoro di Marotta hanno cambiato idea. Per fortuna che l’eventuale sostituto che avrebbe potuto essere Dybala al momento sembra anche lui avvolto da un destino simile dal punto di vista fisico, nella speranza che l’Argentina non debba affidarsi a lui per passare il turno. Scaloni è avvisato!!!