Un grande uomo prima che un grande allenatore. Questo è quello che traspare da questa avventura mondiale da parte del CT della Spagna Luis Enrique. Una nazionale eliminata come lo scorso anno agli europei solo ai calci di rigore al termine di una gara che avrebbe meritato di vincere. A volte il destino è così banale più che crudele che non lascia spazio ad analisi. Arriva, quindi, l’esonero come “quasi” sempre accade in questi casi che serve a preservare la nazionale piuttosto che gli uomini che la compongono.
Anche in questo caso Luis Enrique non si perde d’animo e con una lettera pubblicata sui suoi profili social si assume in maniera velata le responsabilità. Non alza polemica e fa gli auguri al suo successore. Ringrazia chi ha collaborato con lui e forse chi in questo caso lo ha tradito dal punto di vista professionale. Ma Luis ha le spalle grandi perché di drammi peggiori ne ha vissuti e questo al momento non può scalfire la sua personalità.
Quello che rimane però oltre alle sue idee calcistiche visionarie sono i risultati che lo hanno portato sul tetto del mondo con il Barcellona che dopo di lui non ha mai più trovato una guida stabile ed affidabile. Rimane anche la sue rivoluzione mediatica con l’approdo su Twitch che ha “normalizzato” la figura dell’allenatore. Si è esposto al giudizio della chat e dei followers correndo un rischio enorme derivante dall’abbattimento dei filtri che in questo caso la comunicazione attraverso gli organi di stampa garantisce. Lo ha fatto per far vivere ancor più intensamente il mondiale ai tifosi spagnoli e par raccogliere fondi per la lotta alle malattie oncologiche che gli hanno portato via la sua Xana. Un gesto nobile e coraggioso che lo hanno fatto apprezzare anche agli occhi di chi vede non di buon occhio le nuove forme di comunicazione.
Questo suo modo di uscire di scena è però ancor più commovente ed al tempo stesso apprezzabile perché fatto sotto traccia senza alzare toni o puntare il dito. Si è assunto anche responsabilità non sue ed a testa alta ha di nuovo tracciato una rotta che altri in passato hanno schivato. Il riferimento è a quanto accaduto in casa nostra dove chi avrebbe dovuto lasciare una poltrona o una panchina, rifugiandosi nell’omertà di una stampa accondiscendente che ha mutato i malumori di una nazione, sono ancora li a fare il bello e cattivo tempo mentre fuori imperversa la burrasca.
“Mucha suerte Luis”