26 dicembre, giorno di festività in ricordo del primo martire della Chiesa cristiana, ossia Santo Stefano, giorno di riposo per milioni e milioni di lavoratori in giro per il mondo, giorno per le famiglie di ritrovarsi dopo le abbuffate del Natale, ma, soprattutto, giorno tanto caro per gli appassionati di calcio, specie di quello inglese, per l’imperdibile appuntamento del Boxing Day. Panem et circensem, dicevano circa 2000 anni fa nel cuore dell’Impero Romano, e se per la prima parte i pranzi del periodo natalizio possono essere un ottimo sostituto, per quella riguardante l’intrattenimento è il calcio che ha preso il posto di quelli che erano i giochi. Oltremanica le partite del giorno dopo Natale sono una vera e propria tradizione per tutti i tifosi, che negli impegni dei propri beniamini hanno trovato un modo per riempire il pomeriggio della festività in compagnia di parenti e amici. E in Italia?
LA STORIA DEL BOXING DAY IN ITALIA
Nella stagione calcistica del 2018/2019 la Lega Seria A aveva provato ad inserire un impegno per ogni squadra al 26 dicembre, cercando di replicare il modello inglese. Eppure, dopo quell’esperimento andato in scena solo qualche anno fa, nelle annate successive non si è più visto nulla di simile; ma questo è da leggere come un fallimento di questo tentativo? In realtà i numeri che erano stati rilasciati dalle squadre ospitanti le 10 partite andate in scena e dalle tv che detenevano i diritti erano più che positivi, segno di come anche i tifosi italiani avessero apprezzato questa idea. Addirittura, in 6 dei 10 incontri, il numero degli spettatori presenti aveva superato la media del singolo impianto ed anche negli altri 4 casi non si era andati tanto lontani, così come in tv si era superata la media di tutte le altre giornata. Quindi possiamo affermare che non fu un problema di numeri.
IL MOTIVO DEL NO AL BOXING DAY
Allora qual’è il motivo della scelta di non riproporre il Boxing Day in Italia nelle stagioni successive? Il perché é presto detto ed é da leggere in quella che fu l’analisi costi-benefici fatta dalla Serie A di un impegno del genere per le squadre e le famiglie, specie mettendolo in relazione alla versione inglese. Si notò, infatti, come, mentre nel Regno Unito questo evento post natalizio fosse un tradizione entrata nelle abitudini di tutte o quasi le famiglie, per l’Italia questo non potesse essere considerato tale e di come i numeri che emersero fossero sì buoni, ma non abbastanza da compensare i dubbi che una scelta in merito ad una riproposizione si poteva portare con se. L’Italia è un paese di storia, radicato nelle proprie tradizioni, nei propri usi e costumi e gli italiani sono il popolo perfetto per la terra in cui abitano e, d’altronde, niente fa più tradizione delle feste in famiglia.
di Riccardo Caglio