In questi recenti giorni abbiamo dovuto dire addio a due grandi protagonisti del calcio italiano. Uno lo praticava, Sinisa Mihajlovic e l’altro lo raccontava, Mario Sconcerti. Il giornalista aveva 74 anni e trascorse alcuni giorni in ospedale prima di avere un improvviso peggioramento. Sino all’ultimo Mario aveva scritto articoli per il Corriere della Sera in cui era da tempo editorialista sportivo e in cui è divenuto una delle firme storiche del giornalismo sportivo italiano.
La sua lunga carriera nel giornalismo iniziò nel 1987 proprio nella redazione del quotidiano fondato da Eugenio Torelli Viollier, nello specifico della redazione fiorentina del Corriere dello Sport passando in seguito a Milano e a Roma. Inoltre, Sconcerti aveva ideato nel 1978 le pagine sportive relative al ciclismo de La Repubblica e nel 1992 era stato chiamato a dirigere il Secolo XIX di Genova. In seguito dal 1995 al 2000 è stato direttore del Corriere dello Sport, il suo primo giornale.
Mario Sconcerti nel mondo del calcio: dirigente della Fiorentina
Mario Sconcerti era un grande appassionato di calcio e aveva nel cuore una passione incredibile per la sua squadra natale: la Fiorentina. Per un giornalista sportivo poteva essere deleterio rilevare la propria formazione preferita ma una delle caratteristiche di Mario era quella di tirare sempre dritto per la sua strada nonostante le critiche.
Alla fine ci arrivò all’interno del mondo viola grazie a Vittorio Cecchi Gori che lo nominò dirigente. Il suo ruolo durò sette mesi che per il giornalista del Corriere della Sera furono i più belli di tutta la sua vita. Nella sua avventura ai vertici della società gigliata c’era un altro fiorentino doc, Massimo Sandrelli. Questi aveva dichiarato che i sogni di due uomini amanti della Viola sin da bambini si erano realizzati nel momento in cui è arrivata la chiamata dell’imprenditore toscano.
La rivoluzione di Sconcerti
La Fiorentina aveva da poco iniziato la stagione 2000/01 quando ci fu una vera e propria rivoluzione in casa viola poiché si dimisero in 8 dall’allenatore Fatih Terim e Gian Carlo Antonioni. Con l’ex centrocampista gigliato ci fu uno scontro in diretta tv che passò alla storia.
Nel febbraio 2001, Sconcerti fu invitato a spiegare in televisione al canale 10 le ragioni delle tante dimissioni in casa viola quanto Antognoni, allora uno dei dirigenti in uscita, chiamò per replicare e battibeccò duramente con Mario sul fatto che che l’ex giocatore avrebbe dovuto essere ancora stipendiato dalla Fiorentina solo per il fatto di essere una bandiera. Perciò, il Campione del Mondo toccato sul nervo scoperto si infuriò con l’ex direttore del Secolo XIX dicendo che: “Non sono solo una bandiera, lavoro. Non sto fermo. Mentre lui si sciacquava le palle, sempre che le abbia ancora, io ero presente per la Fiorentina“. Lo scontro tra i due non si sanò mai.
Le intuizioni di Sconcerti
Dopo la debacle di Terim una delle maggiori intuizioni di l’inedita coppia al comando, Sconcerti- Sandrelli, fu di portare sulla panchina viola l’attuale ct dell’Italia, Roberto Mancini, allora alla sua prima esperienza come guida tecnica. Il tecnico di Jesi portò la Fiorentina alla vittoria della Coppa Italia in finale contro il Parma, e quella vittoria diede lustro alla scelte dei giornalisti/dirigenti.
La festa a Firenze fu incredibile e una Mario Sconcerti venne buttato in piscina dai giocatori ma, la grande amicizia con la squadra si rilevò essere l’inizio della fine della sua avventura ai vertici gigliati. Vittorio Checci Gori si scontrò sulle scelte per il mercato estivo che il dirigente non approvava e così questi si dimise tirando dritto per la sua strada anche se dovette lasciare il suo più grande amore che però sarà per sempre con lui.
Di Gloria Valli