NBA- JA ESPULSO PER UNA PARTICOLARE E INDIRETTA PROTESTA

Ha dell’incredibile quanto accaduto sabato notte al Paycom Center nella vittoria degli Oklahoma City Thunder contro i Memphis Grizzlies per 115-109, valida per la Western Conference. Temetrius Jamel Morant (detto JA), è stato autore di un’espulsione molto particolare, arrivata a causa di una amiche e semplice conversazione con un tifoso. Forse i termini usati non erano corretti verso il direttore di gara, ma l’uscita dal campo è stata una grande sorpresa anche per il diretto interessato. Doppio fallo tecnico dunque, con il primo fischiato a causa delle proteste per un fischio non andato a suo favore, contribuendo all’aumento del nervosismo prima dell’atto finale. Il secondo fallo tecnico è avvenuto pochi secondi dopo, durante una pausa da tiro libero.

La frustrazione era probabilmente derivata anche dal risultato, il quale vedeva gli Oklahoma City Thunder condurre con 21 punti di distacco, e privi dei loro punti di forza Shai Gilgeous-Alexander e Josh Giddey. L’espulsione è stata quindi deleteria per gli ospiti, che seppur siano riusciti a rimanere compatti e a ridurre la distanza dagli avversari, hanno perso interrompendo la loro striscia di sette vittorie consecutive. Con molte probabilità è la prima volta nella storia dell’NBA che accade un evento simile, e il diretto interessato è destinato a portarsi dietro questa distintiva storia.

La dinamica e le dichiarazioni di Morant

L’accaduto risale all’ultimo minuto del secondo quarto, quando Morant si avvicina a dei tifosi per parlare e confrontarsi sul match, e secondo quanto riportato il pubblico avrebbe incitato il cestista di Dalzell ad una rimonta, e quest’ultimo avrebbe risposto “Io ci provo, ma gli arbitri mi devono chiamare un c***o di fallo”. Il messaggio verso il pubblico è stato sentito anche da uno dei tre funzionari di gara, il signor Ray Acosta. Da precisare che l’espulsione è arrivata a causa di un doppio tecnico. Il giocatore dopo la partita, nonostante abbia tentato di discolparsi dopo la gara senza però ottenere i risultati sperati: “La prima volta ho preso un tecnico per aver detto che mi avevano colpito in faccia. Poi perché mi sono messo a parlare coi tifosi. Però loro non penso siano venuti al palazzo per vedere Ray Acosta”.

Secondo la stella dei Memphis Grizzlies l’arbitro ha avuto manie di protagonismo ed un pizzico di presunzione, ma sicuramente avrebbe potuto evitare di dire certe cose, o quantomeno assicurarsi che nessuno lo sentisse. Fatto sta che per l’arbitro non ci sono dubbi. C’è però un altra parte inaspettata che ha destato scalpore, ossia l’azione effettuata da Morant una volta rientrato negli spogliatoi. Prende il telefono del padre Tee in mano, apre l’applicazione Facetime e prosegue la conversazione iniziata precedentemente con i tifosi, rendendosi protagonista della creazione di un contesto, che vuoi o non vuoi, sarà davvero arduo da dimenticare e verrà raccontato ancora per molto tempo.

di Jacopo Abissoni

Foto Twitter Morant

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Topic Corelati
Total
0
Share