Non finiscono i guai che stanno perseguitando Enes Kanter “Freedom” negli ultimi anni. Infatti, a quanto riporta il New York Post, la Turchia avrebbe messo sulla testa del cestista ex Boston, una taglia di quasi mezzo milione di dollari. Inoltre, lo stato guidato da Erdogan, lo ha inserito nella lista dei terroristi più ricercati del 2023. Basti pensare che anche chi fornisce informazioni che portino alla cattura del giocatore, potrà essere ripagato con una lauta ricompensa. Diventa necessario fare chiarezza, in quanto le motivazioni che hanno portato a questo gesto sono decisamente influenzate dallo “storico” tra l’atleta NBA e il regime turco, che nel corso degli anni si sono scontrati molto duramente a parole, e non solo.
La carriera di Kanter in NBA e le critiche ad Erdogan
Enes Kanter è un centro turco di indubbia qualità, tanto che dopo una sola stagione da professionista con il Fenerbahçe viene portato subito negli Stati Uniti e, dopo un anno di High School, viene scelto dagli Utah Jazz al draft. Passa in seguito ai Thunder e inizia a girovagare in diverse franchigie(Knicks,Trailblazers e Celtics. La sua personalità eccentrica emerge sempre di più e l’attenzione sul turco viene destinata gradualmente sempre più alle questioni extra campo, rispetto alle prestazioni sul parquet.
Tutto ha inizio nel 2017 quando la Turchia decise di emettere un mandato di cattura nei suoi confronti durante le operazioni di dura repressione messe in atto dal governo di Erdogan in seguito al colpo di stato, fallito, messo in atto da Fethullah Gulen, considerato da molti una vera e propria guida spirituale della famiglia di Kanter. I guai non finiscono qui, infatti gli venne revocato il passaporto turco, in quanto additato come uno dei favoreggiatori della mossa per soverchiare il governo in carica. Le ripercussioni arrivarono pesanti anche sulla sui suoi familiari: il padre venne sequestrato per alcuni giorni, mossa atta ad attirare il cestista in patria per procedere con l’arresto. Il padre di Enes è stato condannato sommariamente a quindici anni di carcere ed è uscito dopo averne scontati sette per un reato “apparentemente non commesso”. Anche i fratelli stanno pagando un caro prezzo, difatti per loro è impossibile trovare lavoro e non riescono a lasciare il paese. Il fratello minore, anch’esso cestista, è stato espulso dalle nazionali turche e vive ora in Spagna.
Nonostante questi atti intimidatori però, Kanter ha continuato a criticare le politiche di Erdogan, molto duramente, diventando un vero e proprio simbolo nella lotta al regime turco. Numerose volte si è dichiarato preoccupato per le possibili ritorsioni del suo paese di origine, che ha tentato più volte di estradarlo per condannarlo in patria dopo i numerosi attacchi verbali. Diventato un vero è proprio apolide dopo la cancellazione del suo passaporto turco, vive una sorta di esilio negli States dove è costretto a rimanere per non rischiare di essere arrestato, non vedendo i suoi famiiari da anni. Da ricordare anche la querelle con il suo connazionale Turkoglu, definito “il cagnolino di Erdogan” dopo che lo aveva attaccato sui social con un pretesto.
Kanter non si ferma e attacca la Cina, anche la NBA lo scarica
Nel 2021 Kanter ottiene la cittadinanza americana, cambiando il suo nome in Enes Freedom e si avvicina alla parte conservatrice della politica americana. Dopo gli attacchi alla Turchia però, la sua attenzione si sposta più ad Est, in particolare verso la Cina. Pubblicamente attacca più volte il governo comunista di Pechino, reo secondo lui di mettere in atto diverse repressioni contro i piccoli stati limitrofi. Celebri le scarpe indossate in Boston-Houston che riportavano una chiara critica contro il governo cinese per la delicata situazione in Tibet. A differenza dei problemi con il regime di Erdogan, in cui la federazione ha appoggiato e protetto Kanter, i problemi con il secondo mercato mondiale per la NBA iniziano a far scricchiolare la posizione di Enes Freedom.
Sembra che ormai non ci sia più posto per lui nel campionato di basket più importante del mondo, infatti nella sua ultima esperienza con i Rockets, è stato messo fuori rosa senza apparenti motivazioni valide. Al momento si trova senza squadra e senza prospettive per la sua carriera, che a soli 30 anni, potrebbe essere ancora arricchita di esperienze importanti. Più volte ha sottolineato che la NBA lo aveva escluso per non incrinare i rapporti con Pechino e addirittura minaccia di voler fare causa alla federazione. Nel 2021 viene candidato al premio Nobel per la pace e due giorni dopo scrive queste parole: “La Cina non può invadere gli Stati Uniti, quindi attaccherà dall’interno. Lentamente si stanno impossessando di Wall Street, delle università, delle grandi aziende, dello sport e del cinema. La Cina non punta me, ma i vostri diritti. Io sono solo nel mezzo”. La sua personalità e i suoi ideali hanno sicuramente preso il sopravvento sulle sue doti da sportivo, almeno a livello mediatico, ma il futuro di Enes Freedom è ancora tutto da scrivere e siamo qui ad aspettare il prossimo episodio della sua vita imprevedibile.
Di David Valenti