La notte di capodanno, nella città di Teheran, è accaduto dell’assurdo. Le autorità iraniane sono intervenute per porre fine ad una festa, in casa privata, ricca di alcol. A farne le spese sono stati alcuni calciatori ed ex giocatori, di una squadra nota del posto. A darne la notizia è stata l’agenzia di stampa Tasnim: “Calciatori, e anche ex giocatori di una delle principali squadre di calcio di Teheran sono stati arrestati sabato durante una festa mista nella località di Damavand. Alcuni di questi giocatori non erano in uno stato normale, perché avevano consumato dell’alcol”. La testata non rivela i nomi degli atleti e conserva massima riservatezza sul club degli stessi.
A seguito della Rivoluzione islamica del 1979, in Iran è vietato partecipare a feste miste, con uomini e donne, e bere alcolici. La magistratura locale considera le feste notturne come un esempio di anormalità e corruzione sociale. Ma l’evento che ha reso ancor più rigido il governo teocratico della Repubblica islamica, è stata la morte della giovane donna Mahsa Amini il 16 settembre. Il decesso della curda iraniana, avvenuto in seguito all’arresto della Polizia con l’accusa di aver violato il rigido codice di abbigliamento della cultura medio orientale, ha scatenato non poche proteste. A quanto pare le numerose critiche verso il regime austero non sono state accettate dalle cariche istituzionali del Paese. Se un tempo le feste nelle case private venivano tacitamente tollerate, dopo le proteste del caso Mahsa, per chi viola il codice del Paese c’è l’arresto.
Di Margherita Milano