Intervenuto in esclusiva sul nostro canale Twitch, il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni ha presentato il suo nuovo libro “Diventare Mourinho. Lui ha cambiato la Roma. Roma ha cambiato”. Il noto giornalista ha ripercorso il passaggio dello Special One dal fallimento al Tottenham fino allo sbarco nella Capitale. Il libro è un vero e proprio ritratto inedito di Mou evidenziando una netta differenza pre e post Roma: “Josè è cambiato radicalmente, lo si vede anche dal tipo di comunicazione che fa su Instagram, tutti pensano una cosa ma lui vuole intenderne un’altra. Adesso fa una guerra di tipo trasversale, prima preferiva andare diretto, picchiare duro”. Questo l’incipit che Zazzaroni fa su Mourinho andando poi a sviscerare alcuni aneddoti che finora non erano mai usciti fuori.
In particolare sul rapporto tra il portoghese e la società e soprattutto i Friedkin il direttore del primo giornale sportivo di Roma ha dichiarato “In linea di massima sta rispettando molto una proprietà che non lo mette nelle condizioni di giocare come vorrebbe. I Friedkin sembrano essere interessati più a fare alberghi a 6 stelle che ad altro. Quando Mourinho ha firmato con la Roma, 7 giorni dopo l’esonero dal Tottenham, le premesse erano differenti”.
Il quadro disegnato dai media che vedevano un Mourinho padrone delle chiavi di Trigoria e del portafoglio dei Friedkin viene completamente smentito. Anzi Zazzaroni precisa come i cambiamenti del progetto iniziale sono dovuti a delle cause ben precise. “Sono spuntate altre questioni tra cui la multa di 40 milioni per il Settlement agreement. Per questo mi chiedo: perché Mourinho non forza la mano in maniera diretta? A tratti sembra diventato aziendalista. La nuova proprietà è sempre presente allo stadio ma non ha mai aperto bocca da quando è arrivata. Sul piano tecnico hanno lasciato piena autonomia a Tiago Pinto ma non so se lui sia in grado di gestire tutto”.
Parole che non lasciano adito ad interpretazione. Molto più gravi, invece, sono le rivelazioni sulla precedente gestione americana della squadra giallorossa. “La Roma in questo momento è in una situazione di salvataggio dopo Pallotta, ha progetti più strutturali che tecnici”. Il futuro dello Special One a Roma non è quindi così saldo “Mourinho non è un allenatore a fine carriera e ha accettato questo tipo di comportamento da parte della società; secondo me, se le cose non cambiano, si può andare verso una situazione non piacevole”.
Sul calciomercato, Zazzaroni che riporta quanto svelato da Mourinho mette in evidenza la diversità di vedute tra Mourinho e la proprietà “Mourinho non li conosceva nemmeno Vina e Shomurodov quando sono arrivati. In realtà Mou non conosceva nemmeno Tiago Pinto quando è arrivato a Roma. Ha accettato adesso l’arrivo di Solbakken ma in realtà lui voleva un centrale difensivo. Anche lo stesso Dzeko era meglio di Abraham. La rosa attuale dei giallorossi è più debole di quella che aveva Fonseca. Uno come Mourinho, con 25 titoli all’attivo, vale 7-8 volte la Roma sul piano del prestigio. Cosa ha sbagliato Mourinho? Ha la stessa rosa di prima solo con i vari Volpato e Zalewsky al posto di gente più esperta”.
Sul caso Mourinho-Karsdorp, Zazzaroni prende le difese dell’allenatore giallorosso: “L’olandese è un giocatore che ha paura costantemente. Con il Sassuolo ha fatto tre rimesse laterali direttamente agli avversari e non marca minimamente Laurienté in occasione del pareggio. È un giocatore scarso. Essendo un professionista pubblico, la critica deve essere pubblica. Mourinho non accetta che un giocatore non dia sempre il massimo. Per lui l’unico modo di chiudere definitivamente con Karsdorp era quello di parlarne con la stampa. Mourinho è un vincente, proprio per questo gli danno del bollito quando non riesce. È un atteggiamento che riserva solo ai più grandi allenatori”.
Insomma Zazzaroni raccontando il cambiamento di Mourinho ha svelato più di qualche segreto che cambia radicalmente la situazione che finora era stata raccontata a Trigoria.
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