CALCIOMERCATO – QUANTA DIFFERENZA TRA LA PREMIER LEAGUE E SERIE A

Che il calcio abbia preso un impronta totalmente economica dall’inizio nel nuovo secolo è sotto gli occhi di tutti, in special modo dalla seconda decade. Basti pensare alla cifra che il Milan ha versato nelle casse del Barcellona per acquistare nel 2008 un certo Ronaldihno, per solamente 24 milioni di euro circa. Il trasferimento di Paul Pogba dalla Juventus al Manchester United ha sancito l’inizio di una nuova era, la quale spaventa e non poco alcuni grandi appassionati di pallone. La cifra di 105 milioni di euro è stata la più grande della storia per quell’epoca, anche se da li a poco è stata facilmente sorpassata. La Premier League sta avendo il monopolio economico del mondo del pallone, con l’incredibile differenza di introiti che sta aumentando sempre più il gap qualitativo tra il campionato inglese e i restanti, con la nostra amata Serie A che perde colpi su colpi su questo aspetto.

Differenza tra i milioni spesi in Serie A e Premier League

Andiamo ad analizzare lo scorso anno solare, il quale quale ha visto molti trasferimenti di valore che hanno lasciato molto scalpore, e non solo per il loro prezzo. L’acquisto di Cucurella da parte del Chelsea per ben 65,3 milioni è un esempio, o anche il difensore Wesley Fofana comprato a 80 milioni sempre dai blues. Cifre alzate decisamente troppo, che vanno a volte anche ad ingigantire le reali qualità di alcuni giocatori. Sono 2.246.699.636 gli euro spesi dall’intera lega negli ultimi due sessioni di mercato. Se includiamo le cessioni il bilancio complessivo è di 1.351.310.636 miliardi, che rimane comunque un enormità.

Niente a che vedere con la Serie A, che includendo l’attuale sessione di mercato ha totalizzato un totale di 776.268.000 milioni di euro per gli acquisti mentre un ricavo di 765.865.000 mln per le cessioni, con il discretissimo bilancio di 10.403.000. Ovviamente le cifre sono in evoluzione ma la differenza sostanziale è evidente. Tutto ciò preoccupa, con i migliori talenti del nostro campionato che sono continuamente pressati da club inglesi, con Leao e Vlahovic che sono due semplici esempi. La speranza è l’ultima a morire, ma come detto anche da Roberto Mancini c’è molta strada da fare.

di Jacopo Abissoni

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